15/09/11

LA STORIA DI ALESSIA

Daria è la mamma della piccola Alessia, nata con il piede destro torto. Questa è la foto del suo piedino alla nascita:


Ed ecco invece i piedini di Alessia a 2 anni, alla fine del suo travagliato percorso:



Le preoccupazioni, per Daria, cominciano durante la gravidanza:


Al quinto mese di gravidanza, con l'esame morfologico, alla mia piccola fu riscontrato il piede destro torto. I medici ci spaventarono molto, perché ci dissero che il piede torto avrebbe potuto essere indice di alterazioni cromosomiche.
A noi non interessava, perché avremmo accettato la bimba lo stesso, comunque per fortuna gli esami indicarono che il ptc era una patologia isolata.

Alla nascita, però, Daria ha un'altra amara sorpresa: la bambina è affetta anche da una malformazione del palato, la palatoschisi, che gli esami prenatali non avevano individuato. La bambina è sottoposta a una nuova serie di esami, che per fortuna escludono la presenza di altre patologie.
Mettetevi nei panni di Daria: tutte queste patologie "isolate" la stavano facendo davvero uscire di matto!
E bisogna anche scegliere a quale centro rivolgersi per curare il piedino di Alessia:

Per farla breve, ci siamo affidati ad un centro ortopedico della nostra zona, ben conosciuto per la cura del ptc con il metodo Ponseti. Addirittura i medici organizzavano congressi a riguardo e tenevano consulenze ai colleghi degli altri ospedali.

Purtroppo, contrariamente a quanto affermato, i medici non applicavano il vero metodo Ponseti, ma una sua variante, per cui per Daria ricominciano i problemi:

Il piedino di mia figlia fu pienamente corretto con i gessetti, ma non seguirono per niente il vero metodo Ponseti. Infatti dopo tre gessetti (avete capito bene, solo tre!), tenuti un 10-15 giorni l’uno (e chi conosce il Ponseti sta già rabbrividendo), l’ortopedico ci consigliò una scarpetta ortopedica: la Bebax.

Questa sì raddrizzava il piede, ma faceva ben altro alla tibia. Così facemmo calzare ad Alessia questa scarpetta per ben 10 mesi, giorno e notte, ma cominciammo ad accorgerci che la tibia stava ruotando.

Noi, che pure non siamo medici, capivamo che qualcosa non andava, finché, all’ennesimo controllo, non se ne accorse pure il medico. Così ci fece mettere per la prima volta il tutore a barra fissa. All'età di un anno! Ma vi rendete conto?

Ma per una bambina tanto grande è difficile abituarsi di colpo al tutore! E anche per Daria inizia un vero calvario:

La piccola non accettava il tutore, proprio ora che si stava alzando e muoveva i primi passetti; le notti erano bianche, molto bianche, con urla fino ad esaurimento. Ogni 8-10 minuti si svegliava e cominciava a battere i piedi!
Non lo auguro a nessuno... vedere il proprio figlio così sofferente e imprigionato da un momento all’altro... e non erano capricci! Sono stati quattro mesi d'inferno: la piccola ha portato il tutore 22 ore al giorno per tutta l’estate, e quindi niente piscina, niente mare, niente acqua… Alla fine optammo per le vacanze in montagna, ma anche lì bisognava sempre prenderla in braccio per spostarla, e la mia schiena ancora oggi mi rimprovera! 

La povera Daria, sull'orlo della disperazione, decide di rivolgersi ad un altro specialista:

Finalmente ci rivolgemmo al dottor Monforte, giusto per chiedere un parere. 
Il responso fu questo:  nonostante non avessero applicato il metodo Ponseti, il piede era stato curato, ma il danno è stato psicologico, perché aspettare l'anno di età per mettere il tutore è stata una vera catastrofe! 
Così ci ha consigliato il tutore a barra dinamica, pensato proprio per i bimbi più grandi, e con quello abbiamo cominciato a dormire un po’ di più. 

Ora la piccola ha due anni e due mesi, cammina e sta imparando a correre... D’altronde in questo siamo in ritardo, dal momento che ha imparato a camminare a 18 mesi e mezzo. Fino ai 20 mesi comunque può essere normale anche in un bimbo sano, mi diceva Monforte.

E ora come va con il terribile tutore?

Fino a qualche mese fa  per metterglielo dovevo aspettare quando si addormentava, e ora invece l’accetta: le ho detto che se non lo voleva l’avrei dato ad un altro bimbo, e lei è così possessiva che mi ha risposto con un secco no! 

Per concludere...

Ai futuri genitori di bambini con ptc dico questo: affidatevi subito a mani sicure, così eviterete sofferenze e frustrazioni ai vostri piccoli... e anche a voi!

Per confrontarsi con altri genitori su questi argomenti:

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